ACADEMY 39

Innovare e curare l'ambiente nello sport sulla neve

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Cari amici degli sport sulla neve

Dopo essersi concentrata in passato sull'interazione tra insegnanti e partecipanti, questa edizione dell'Academy è dedicata soprattutto a voi insegnanti! Gli aspetti dell'autoriflessione, dello sviluppo personale, del lavoro con i genitori o del ruolo di leader in un club o in una scuola di sport sulla neve saranno discussi di seguito. Ci auguriamo che vi piaccia immergervi in argomenti interessanti.


Modulo di apprendimento «Innovare»

Qui potete trovare maggiori informazioni sul modulo di apprendimento «Innovare».

Modulo di apprendimento «Curare l’ambiente»

Qui potete trovare maggiori informazioni sul modulo di apprendimento «Curare l’ambiente».


Capacità di presentazione

 

Ora approfondite la raccomandazioni d’azione "riflettere sur sé stessi" dal settore di attività "innovare" e scoprite come potete migliorare le vostre capacità di prestazione.

Più sul tema della competenza di atteggiamento

Atteggiamento ed effetto

Restare fermi equivale a tornare indietro! Quando le persone, o nello specifico maestri/e, formatori/trici e responsabili, riflettono su se stessi e sulla propria attività, lo fanno per svilupparsi ulteriormente a livello personale. Un tema centrale in tale contesto è la comunicazione personale, ovvero il proprio atteggiamento!    

Nell’ambiente privato e professionale mi accorgo in fretta che non si finisce mai di imparare. La domanda che mi dà sempre da pensare: Come riesco con il mio atteggiamento ad ottenere l’effetto che desidero nei confronti della persona che ho di fronte?  

Dalla ricerca sulla comunicazione è noto che la persona di fronte a noi percepisce in diverso modo i diversi canali di comunicazione. Le parole che scegliamo hanno il 15% d’influsso sulla persona che abbiamo di fronte, mentre il linguaggio del corpo e la voce con cui pronunciamo le parole l’85%: 

  • Parole (verbale) 15%  

  • Linguaggio del corpo (non verbale) 50%  

  • Voce (paraverbale) 35%  

Si potrebbe quasi pensare che le parole non siano importanti. Non è affatto così! Questi valori indicano che le mie parole giungono al destinatario solo se il mio tono di voce e il mio linguaggio del corpo sono adeguati al contenuto parlato. Ecco un esempio:  

 

Mi trovo su un pendio molto ripido insieme a un cliente della scuola di sport sulla neve. Con una postura eretta, determinati gesti e una voce calma trasmetto la sicurezza di cui lei o lui ha bisogno per svolgere con successo il compito. L’85% dell’effetto si ottiene con il corpo e la voce, che sono adeguati alle parole pronunciate. 

 

Guardiamo che cosa succede nella nostra testa in questi momenti. In modo semplificato, questo processo vede coinvolte due parti importanti del cervello: 

 

COSA diciamo viene gestito dal cervello. Ciò avviene in modo razionale e possiamo guidare in modo consapevole la scelta delle parole.  

COME diciamo una certa cosa e il linguaggio del corpo sono guidati dal diencefalo. Ciò avviene in modo inconsapevole ed è guidato dai nostri sentimenti. Possiamo però gestire queste emozioni con metafore, simboli, sentimenti o con i nostri sensi. 


Il team interno dell’atteggiamento

Affinché la mia voce e il mio linguaggio del corpo (quindi l’85% del mio messaggio) siano in sintonia con le mie parole anche in situazioni stressanti, difficili e impegnative, devo preparare la mia competenza in materia di atteggiamento. Il nostro diencefalo non ha le risorse per passare in rassegna un piano in 5 punti o una lista di controllo. Tuttavia, possiamo ricordarci di metafore, sentimenti o immagini che ci catapultano in modo inconsapevole e nel giro di pochi secondi nello stato d’animo e nel linguaggio del corpo giusti. Ciò richiede una buona preparazione, ovvero autogestione!   

Ogni persona ha determinati ruoli o situazioni che predilige o che invece vorrebbe evitare. Ecco un esempio di alcune situazioni o ruoli che dovrei saper presentare in veste di maestro/a di sport sulla neve. Naturalmente ve ne sono tanti altri.   


Best Practice: il mio team di atteggiamento

Ora tocca a te! Pensa alle diverse situazioni che incontri nel tuo ambiente e ai ruoli che devi assumere. Esempio: motivatore/trice, esperto/a, consolatore/trice, persona che infonde sicurezza  

Ora cerca per ogni situazione una metafora o un’allegoria che ti porta nello stato emotivo giusto nel giro di pochi secondi. Tieni presente che solo tu puoi comporre le tue metafore e immagini. Ognuno e ognuna le interpreta infatti in modo diverso. Ne risulta il tuo team di atteggiamento.

Cerca di capire quali di questi ruoli sono da te dominanti e quali invece hanno ancora potenziale di sviluppo. Alla fine, avrai il tuo team personale di atteggiamento. Alcuni di questi riesci a richiamarli molto bene, per altri hai bisogno di un certo sforzo.   

Per la prossima stagione poniti come obiettivo di creare una competenza di atteggiamento personale per situazioni impegnative e di esercitarla. Così sarai pronto/a e potrai convincere con il tuo atteggiamento.  

 

Contenuti specifici della disciplina


  • Ski

    Biomeccanica negli sport sulla neve - Sci alpino


    Aggiornato

    Svilupparsi di continuo significa anche aggiornare regolarmente le proprie conoscenze. Completate il modulo di apprendimento sulla biomeccanica e riflettete su ciò che potete integrare nella vostra pratica.

    Modulo di apprendimento di biomeccanica Sci alpino

    Archivio

    Approfondite le vostre conoscenze sui documenti dell'archivio.
     

    Sport sulla neve in Svizzera - Volume 1 - Biomeccanica



    Academy Nr. 6 - Biomechanik im Schneesport



    Ski Schweiz 1985 - Biomechanik

  • Snowboard

    Biomeccanica negli sport sulla neve - Snowboard


    Aggiornato

    Svilupparsi di continuo significa anche aggiornare regolarmente le proprie conoscenze. Completate il modulo di apprendimento sulla biomeccanica e riflettete su ciò che potete integrare nella vostra pratica.

    Modulo di apprendimento di biomeccanica Sci alpino

    Archivio

    Approfondite le vostre conoscenze sui documenti dell'archivio.
     

    Sport sulla neve in Svizzera - Volume 1 - Biomeccanica



    Academy Nr. 6 - Biomechanik im Schneesport

  • Sci di fondo

    BASICS vs. RACING


    Compito di riflessione

    Rifletti brevemente sulle seguenti domande: 

    • Qual è LA tecnica di sci di fondo perfetta?
    • Questa domanda può essere risposta in modo generale?
    • In caso negativo, da cosa dipende LA tecnica di sci di fondo perfetta?  

    Come previsto, la risposta e la situazione non sono così facili da chiarire. In veste di maestri/e dobbiamo essere consapevoli della seguente situazione di partenza: 

    • Quali sono i requisiti (fisici) del/della fondista? (Chi è davanti a me?)
    • ​​​​​​​Qual è l’obiettivo del/della fondista? (Sciare in modo possibilmente sicuro, efficiente o veloce?) 

    SICUREZZA - EFFICIENZA - VELOCITÀ

    Dal principiante all’atleta di punta, dal fondista ambizioso al fondista che apprezza la fluidità sugli sci: gli obiettivi di noi fondisti non potrebbero essere più diversi. 

    • I/le principianti desiderano fare sci di fondo in modo possibilmente sicuro
    • Gli/le avanzati/e cercano una tecnica di sci di fondo possibilmente efficiente
    • Gli/le esperti/e cercano di muoversi possibilmente veloce  

    SCI DI FONDO: BASI

    Per praticare sci di fondo in modo possibilmente sicuro è necessaria una sequenza di movimenti chiave nel passo standard: 
    (Trovi maggiori informazioni e tutti gli esercizi nel Best Practice Nordic)

    1. Attitudine (di base)

    A velocità ridotta è auspicabile una posizione possibilmente eretta del busto con caviglia e ginocchio della gamba di scivolata leggermente piegati per caricare lo sci in tutta la sua lunghezza. Durante il passo il baricentro si sposta orizzontalmente sempre alla stessa altezza e verso il nuovo sci di scivolata senza angolazi­ one dell’anca/del busto. Lateralmente il baricentro si trova direttamente sullo sci caricato.

    2. Piegamento

    Piegamento nella caviglia della gamba di scivolata (l’articolazione del ginocchio si piega contemporaneamente)

    3. Rotazione/traslazione

    Rotazione/traslazione dal primo al secondo sci di scivolata. Nello skating l’anca e il busto si girano lateralmente e si piegano in avanti/di fianco verso il nuovo sci di scivolata. Nello stile classico la rotazione laterale è molto meno marcata.

    4. Estensione

    Estensione completa della gamba di spinta. L’articolazione della caviglia, del ginocchio e dell’anca della nuova gamba di scivolata sono leggermente piegate.


    SCI DI FONDO EFFICIENTE

    In qualità di principiante cerco la sicurezza e regolo l’uso della forza e la velocità dei movimenti. Ma come avvengono i movimenti chiave nel rispettivo tipo di passo se non vogliamo essere solo sicuri ma anche possibilmente efficienti? Ovvero scivolare sugli sci usando meno forza possibile?  

    La sequenza di movimenti nel passo standard non cambia. I movimenti chiave vengono eseguiti nello stesso ordine. Quello che cambia è la qualità dell’esecuzione dei movimenti. Ecco alcuni esempi: 

    • la flessione nella caviglia avviene con forza e velocità (come un fulmine)
    • nel doppio bastoncino la traslazione in avanti è più marcata e la trasmissione della forza sui bastoncini viene così incrementata
    • l’uso della forza e la velocità dei movimenti aumentano
    • il raggio di movimento aumenta (movimenti ampi e accentuati)
    • ecc. 

    L’obiettivo sovraordinato di questo aumento è trasmettere sulla neve l’impulso di forza del corpo tramite i bastoncini e gli sci per ottenere più spinta ad ogni passo. In questo modo si fa sci di fondo in modo efficiente. 

     


    SCI DI FONDO VELOCE

    Se l’obiettivo è fare sci di fondo il più velocemente possibile, aumenteranno al massimo la velocità dei movimenti, l’uso della forza e il raggio dei movimenti. In questo momento i movimenti chiave cambiano rispetto al passo di base. La forza fisica supera per così dire la tecnica efficiente per ottenere la massima velocità. 

    Guarda i video BASIC e RACING e confronta i movimenti chiave nella rispettiva parte del corpo: 

    Esempio passo uno-uno

    Video BASIC

    Video RACING


    Punti chiave SICURO

    • Quando si utilizzano i bastoncini la flessione avviene nella caviglia 
    • Rotazione verso il nuovo sci di scivolata e traslazione sul nuovo sci di scivolata 
    • Scivolata con articolazione della caviglia e del ginocchio leggermente flessa  
    • Bracciata (in particolare principianti) fino all’anca o subito dietro

    Punti chiave EFFICIENTE

    Uguale a  

    • flessione nella caviglia e impiego dei bastoncini come un «fulmine»
    • traslazione in avanti e aumento della forza sui bastoncini 

    Punti chiave VELOCE

    Velocità dei movimenti e impulso di forza così elevati che:

    • non c’è più tempo per ruotare/orientare il busto
    • estensione della gamba di scivolata e dell’anca per generare più forza e ampiezza nei movimenti  

    Esercizi, metafora SICURO

    Hip-Hopper (Best Practice)

    Esercizi, metafora EFFICIENTE

    Ogni passo avviene come un «fulmine»! 

    Esercizi, metafora VELOCE

    «Scia con un angolo degli sci possibilmente stretto» 

    «Lavoro di gambe come un TOBLERONE» 


    Esempio passo asimmetrico

    Video BASIC

    Video RACING


    Punti chiave SICURO

    • L’utilizzo dei bastoncini e l’appoggio dello sci (lato di guida) avvengono contemporaneamente  
    • Entrambi i bastoncini poggiano contemporaneamente 
    • Posizione asimmetrica delle braccia (mano di guida più avanti, altra mano davanti al corpo) 
    • La rotazione / l’orientamento sullo sci di scivolata (lato di guida E altro lato) consente di fare passi grandi e di spingere lungo tutto lo spigolo 

    Punti chiave VELOCE

    • Staccare lateralmente lungo tutto lo spigolo
    • Nessun orientamento/rotazione nel busto

    Esercizi, metafora SICURO

    Recintare (Best Practice) 

    Esercizi, metafora VELOCE

    «Saltare lateralmente sopra un ruscello»  

    «Qualcuno ti tira su per i fianchi con una corda» 

    Esempio passo alternato

    Video BASIC

    Video RACING


    Punti chiave SICURO

    • Flessione nella caviglia 
    • Traslazione in avanti/laterale --> non avviene un’angolazione nell’anca.
    • Un piede poggia davanti all’altro (pantofola, radice, aereo) 
    • Posizione eretta per caricare la zona di spinta 

    Punti chiave VELOCE

    • Velocità dei movimenti possibilmente elevata
    • Busto possibilmente eretto
    • Scivolata quasi inesistente 

    Esercizi, metafora SICURO

    Raccogliere lamponi / Il corridore 

    Esercizi, metafora VELOCE

    Speedy Gonzales / Road Runner
    «Sprintare orgogliosi sui carboni ardenti» 

    Esempio soppia spinta

    Video BASIC

    Video RACING


    Punti chiave SICURO

    • Flessione nell’anca (forma di riferimento) 
    • Posizione delle braccia come se si tenesse un libro all’altezza degli occhi --> gomiti verso l’esterno, polsi diritti 
    • Ginocchia leggermente flesse, rimangono nello stesso angolo 
    • Dopo l’oscillazione avanti delle braccia si carica la parte anteriore del piede, dopo la fase di spinta delle braccia i talloni 
    • I talloni rimangono per terra 
    • I bastoncini poggiano all’altezza della punta del piede, leggermente inclinati. 

    Punti chiave VELOCE

    • I talloni si sollevano a causa della traslazione in avanti 
    • La traslazione avviene orizzontalmente in avanti, non verticalmente 
    • Flessione nella caviglia ad ogni impiego dei bastoncini 
    • Cadenza elevata; quindi, movimento del braccio fino all’anca e di nuovo in avanti  
    • Su un terreno ripido movimento più verticale e angolo più piccolo nel gomito 

    Esercizi, metafora SICURO

    Gallina che becca il mangime (Best Practice) 

    Esercizi, metafora VELOCE

    ???

  • Telemark

    Timing: Telemark Diagnostic Tool


    Nell’Academy 35 abbiamo affrontato il tema di come i movimenti degli arti inferiori siano essenziali per raggiungere, mantenere e controllare la posizione del telemark. La situazione del tallone libero consente al piede di flettere a livello dell’articolazione delle dita del piede, che a sua volta permette allo sciatore di telemark di sollevare il tallone. I movimenti che si producono nell’anca, nelle ginocchia e nelle caviglie consentono allo sciatore di effettuare la presa di spigolo e girare gli sci mantenendo una posizione di telemark funzionale (gestione precisa dei movimenti di telemark).

    In seguito, nell’Academy 37 abbiamo guardato come il/la maestro/a possa utilizzare queste conoscenze per dare un feedback efficace. In particolare, i 5 criteri della posizione del telemark possono essere utilizzati per valutare ciò che dovrebbe essere migliorato mettendo a confronto lo stato attuale con lo stato cui si mira.


    Come analizzare una curva?

    La posizione del telemark è una nozione di riferimento per tutte le curve in questa disciplina. Ciononostante, mantenere una posizione telemark funzionale costituisce solo un frammento della curva, mentre il cambio di passo occupa tutto il resto. La qualità del movimento nella curva dipende dall’ampiezza, dalla durata e dall’intensità dei movimenti realizzati.

    Di conseguenza, per migliorare la qualità della forma è essenziale riflettere sul timing dei movimenti.

    Nel telemark, il cambio di passo è legato alle fasi della curva. Sviluppando uno strumento diagnostico del timing, vogliamo aiutare i maestri e le maestre a valutare il timing dei movimenti durante la curva.


    Valutazione della gestione dei movimenti con lo strumento diagnostico.

    Il telemark basic turn costituisce il primo passo per padroneggiare numerose forme di curve su diversi terreni.

    Nelle forme di curva, il telemark basic turn è la forma chiave poiché descrive il cambio di passo come principio essenziale per realizzare una curva nel telemark. Questo cambio deve essere realizzato in modo fluido (senza interruzione) durante il cambio della presa di spigolo. Il requisito per effettuare un cambio di passo è una posizione telemark funzionale su ogni spigolo. Il timing del cambio di passo è legato alle fasi della curva. Comincia all’inizio della fase d’introduzione e termina alla fine della fase di condotta 1. Nella fase di condotta 2, si mantiene e stabilizza una posizione di telemark funzionale. Il telemark basic turn contiene i movimenti chiave necessari per realizzare una curva tipica della disciplina.



    Illustrazione: per mantenere una posizione di telemark funzionale, il centro di gravità può spostarsi nella zona verde. Abbassandosi, il centro di gravità tende a spostarsi indietro a causa dello scarpone telemark e della situazione del tallone libero. Lo scarpone impedisce uno spostamento indietro troppo grande della tibia, quindi per arretrare il centro di gravità è necessario flettere il ginocchio avanti.

    Lo strumento diagnostico qui sotto descrive la sincronizzazione dei movimenti durante un telemark basic turn. Il cambio di passo è rappresentato da un punto di vista laterale e orizzontale, mentre la presa di spigolo è rappresentata da un punto di vista frontale.

    Il centro del cambio di passo (quando i due piedi sono paralleli) coincide con la fine della fase di stacco e l’inizio della fase di condotta 1. A questo punto i due talloni sono leggermente sollevati dagli sci. Alla fine della fase di condotta 1, si raggiunge la nuova posizione di telemark. Questa posizione si mantiene fino alla fine della fase di condotta 2, mentre l’angolo di spigolo continua ad aumentare. Durante questa seconda fase di condotta, il centro di gravità è leggermente abbassato e spostato indietro. Si può quindi vedere chiaramente che il cambio di passo occupa gran parte della curva.


    Lo strumento diagnostico con le forme di riferimento e le varianti di forme

    Per effettuare una forma di riferimento nelle curve, un movimento chiave deve essere accentuato nella fase di stacco mentre gli altri movimenti sono minimizzati. Nel caso della curva per estensione, il movimento di estensione è accentuato al momento dello stacco mentre i movimenti di rotazione e oscillazione sono ridotti. L’apprendimento delle forme di riferimento consente allo sciatore di estendere la propria gamma di movimenti e familiarizzare con i diversi principi di stacco. Lo strumento diagnostico qui sotto mostra in quale momento il movimento chiave specifico si accentua e l’implicazione dello stesso durante il cambio di passo e di presa di spigolo. L’estensione massima è raggiunta durante la fase di condotta 1.


    Strumento diagnostico: Good Practice

    Lo strumento diagnostico può servire per capire la sincronizzazione dei movimenti durante una forma. Può aiutare i maestri e le maestre a scoprire quale movimento deve essere migliorato. Si consiglia di valutare se le fasi delle curve hanno una durata adeguata tra di loro per ottenere il risultato desiderato.

    Può succedere che una fase sia troppo corta (per esempio fase di condotta 1). Affinché una valutazione sia valida, è necessario capire qual è lo stato auspicato della forma. Nelle forme più avanzate ed esperte come la curva corta è utile capire come l’interazione sci-neve e il legame tra i movimenti chiave e le funzioni dell’attrezzo influenzino la performance.

    Per esempio, in una curva corta su un terreno ripido, un’accentuazione dei movimenti di rotazione dei piedi durante una fase di condotta 1 relativamente corta può essere una buona tattica per controllare la velocità (ciò aumenta la resistenza della neve mettendo gli sci più di traverso). Vedi l’esempio qui sotto:

    Una volta definito un obiettivo di miglioramento, è fondamentale ideare un nuovo compito in cui lo sciatore possa esercitare il movimento desiderato. Non basta indicare dove si è verificato un errore perché per progredire gli sciatori e le sciatrici devono essere in grado di effettuare un movimento in maniera autonoma. Per esempio, l’utilizzo di metafore per trasmettere il nuovo compito da effettuare può aiutare a chiarire in modo semplice e comprensibile il timing dei movimenti da eseguire.


    Riflessione

    Negli sport sulla neve il timing dei movimenti è definito secondo il principio della variazione nel tempo, nello spazio e nell’energia. Un movimento può essere alterato nella durata, nell’ampiezza e nel reclutamento muscolare.

    Per dare dei feedback efficaci è utile capire i legami funzionali tra la neve, l’attrezzo e i movimenti chiave. Ogni azione genera una reazione. Nel caso degli sport sulla neve, la manipolazione dell’attrezzo produce reazioni complesse, illustrate nella tabella seguente.

  • Backcountry

    Conoscenze di backcountry


    Cockpit per le decisioni in situazioni valanghive

    Ogni pilota ha a disposizione diversi sensori con indicatori per un volo possibilmente sicuro. Anche nelle situazioni valanghive è utile avere una sorta di cockpit per valutare gli elementi importanti e i fattori d’influsso nel processo decisionale. I diversi indicatori – fattori «duri» (facts) e «morbidi» (fattore umano) insieme ai relativi concatenamenti e alle dipendenze – possono così essere sorvegliati a colpo d’occhio e categorizzati correttamente. Ciò consente di prendere decisioni in modo competente e razionale e agire di conseguenza.  

    Ill.: Cockpit con indicatori di elementi importanti come panoramica nel processo decisionale. 

    Panoramica e modo di procedere

    Nel terreno invernale il fattore umano ha una sua parte in molti ambiti e svolge così un ruolo centrale nel cockpit. Questi fattori «morbidi» si collegano con le proprie conoscenze e capacità per la valutazione del rischio di valanghe. Il cockpit rappresenta in primo luogo ciò che già sappiamo su di noi e sulle valanghe. In tutto questo vi è anche la nostra intuizione. Il cockpit si rivolge pertanto alle persone con esperienza nella valutazione del rischio di valanghe e con la motivazione di confrontarsi con se stessi. 

    Il cockpit ha quattro indicatori: «Feel», «Think», «Check & Decide» e «Act». L’importanza degli indicatori e come possono essere organizzati individualmente (a seconda della propria esperienza) viene descritto qui di seguito.

    Per prendere decisioni buone è necessario un sistema robusto che sia in grado di far fronte alle insicurezze tenendo conto dei fatti oggettivi e del fattore umano. Questo sistema è il «cockpit delle decisioni». Mette in equilibrio l’istinto e i criteri oggettivi per poi prendere una decisione. Aiuta a procedere in modo sistematico e ad utilizzare gli strumenti giusti per le rispettive esigenze. 

  • Disabled

    Conoscenze sullo sport per disabili


    Sciare con una disabilità fisica, in posizione seduta

     

    Provare la sensazione di una scivolata, sentire il vento in faccia, eseguire una curva dopo l’altra... Tutto ciò che amiamo dello sport sulla neve è possibile anche per le persone con disabilità. Grazie agli attrezzi adatti persino per le persone tetraplegiche e con disabilità gravi e multiple.


    La disciplina in breve

    L’attrezzo maggiormente usato per sciare da seduto è il dual skibob. Il/La cliente è allacciato/a in una scocca e una persona accompagnatrice lo/la guida utilizzando la barra di pilotaggio. Inclinandosi di lato è possibile modificare l’angolo di presa di spigolo dei due sci. Il dual ski è composto di un telaio con molle e ammortizzatori che assorbono i colpi e le irregolarità della pista.

    A dipendenza delle limitazioni, i clienti possono influire più o meno attivamente sulla guida dell’attrezzo. Le possibilità motorie del/della cliente vengono sfruttate e sostenute il più possibile.

    Il dual skibob è dotato dei meccanismi necessari per poter essere trasportato insieme al/alla cliente con la seggiovia e lo skilift.

    Qui trovi alcune impressioni sotto forma di immagini animate.


    Materiale / attrezzo

    Il dual skibob è impostato individualmente sul/sulla cliente.

    • Scocca: dimensioni, altezza dello schienale
    • Telaio: impostazione in base al peso del/della cliente
    • Poggiapiedi: lunghezza ideale

    L’attrezzo è su due sci lunghi 145-170 cm. L’attacco è impostato sul massimo (almeno Z12).

    Per guidare l’attrezzo, la persona accompagnatrice utilizza sci corti di ca. 100-130 cm di lunghezza.


    Tipi di disabilità?

    L’impiego del dual skibob è adatto per tutte le persone con gravi difficoltà motorie accompagnate da limitazioni nelle braccia e/o nel busto o disabilità cognitive.

    Tipici tipi di disabilità: paralisi cerebrale, distrofie muscolari, tetraplegia, sclerosi multipla e altro.


    Infrastruttura nella regione sciistica

    Un’infrastruttura senza barriere, ovvero servizi igienici accessibili alle sedie a rotelle, accessi alle cabinovie e ai ristoranti ecc., è indispensabile per l’utilizzo del dual skibob in un comprensorio sciistico. Preferibilmente le piste non dovrebbero presentare lunghi pezzi in pianura e contropendenze. Per motivi di sicurezza vanno evitati gli skilift ripidi.


    Testimonianze

    «Mi godo le giornate sulla neve nel dual skibob e amo la sensazione di velocità.»

    Daniela P., sportiva appassionata e tetraplegica

    «Per me è molto arricchente consentire alle persone con disabilità di vivere quest’esperienza che esige da me altro rispetto alle classiche lezioni di sci. Un bel diversivo!»

    Beat T., maestro di sci e Disabled Sports Specialist da seduti


    Possibilità di formazione

    La guida di attrezzi per sedersi deve avvenire da parte di una persona appositamente formata. A tal fine, Swiss Snowsports collabora con associazioni partner attive nello sport per disabili. Qui trovi i corsi di formazione adatti: